astroganga

Secondo imperdibile appuntamento con le linee di basso degli anime anni ’80! Non vedevate l’ora eh? Dopo Arale, considerato un inizio morbido e alla portata di tutti, entriamo subito nel vivo delle esperienze robotiche, le vere linee di basso degne di uno scudo spaziale per difendere la Terra dagli alieni! Quello che vi propongo oggi non deriva da un manga ma è stato prodotto direttamente come anime. Non avremo modo di parlare di edizioni cartacee dunque ma non potevo assolutamente tralasciare la serie mecha che ha dato inizio al genere. Con delle precisazioni che vedremo tra un istante.

L’anime

2 ottobre 1972. Cos’ha di speciale questa data? Sebbene vi siano state in passato fugaci apparizioni di esseri robotici (dal 1943 in poi) nel panorama iconografico nipponico, in quella data il genio creativo di Gō Nagai dà alla luce per la prima volta il manga di Mazinga Z. La trasposizione in anime avverrà solamente il 3 dicembre dello stesso anno. Questa latenza temporale portò Tetsuisha Suzukawa a mettere in onda, il 4 ottobre 1972, Astroganger (Asutoroganga) che poi fu Astroganga nella serie italiana. Sebbene Mazinga Z fu il capostipite assoluto dei cosiddetti super-robot, Astroganga fu a tutti gli effetti la prima serie animata robotica mai messa in onda, per altro a colori. Durò 26 episodi terminando il 28 marzo 1973.

In Italia Astroganga giunse solo a marzo del 1980 mantenendo i 26 capitoli originali. Non fu dunque la prima serie mecha ad essere trasmessa nel nostro Paese.

Senza perdersi nella trama e nelle caratteristiche profonde dell’anime, bisogna ricordare necessariamente che Astroganga fu un robot particolare, senziente, parlante, capace di provare emozioni. Egli raggiungeva il suo potere più grande quando, letteralmente, assorbiva Kantarō (Charlie in Italia), il piccolo protagonista della serie, nel proprio petto di gigante d’acciaio, stabilendo una connessione a livello emotivo (pur mantenendo separate le due coscienze). Una trovata del tutto interessante che si rivelerà inusuale per i robot che verranno in seguito.

Sebbene sia presente un elemento inconsueto, in questa serie troviamo già presente il tema classico del protagonista orfano. Il tema si ritroverà in tante altre serie successive e insieme ad altri elementi caratteristici definirà il genere super-robot che durerà almeno fino al 1980 quando faranno la loro comparsa i cosiddetti real-robot. Non sempre però questi elementi caratteristici saranno tutti presenti o saranno rispettati allo stesso modo: sarà così possibile per gli autori dare vita ad una grande varietà di robot, ognuno con le proprie specificità.

Le sigle originali

Astroganger – Mizuki Ichirō, Columbia Yurikagokai su musica di Komori Akihiro e testo di Amamiya Tsuyoshi Ji – 1972, sigla iniziale

Il brano si fa forza della bella orchestrazione dove spicca la sezione fiati e dell’interpretazione sempre magnifica di Ichirō Mizuki.

Susume! Astroganger – Columbia Yurikagokai su musica di Komori Akihiro e testo di Amamiya Tsuyoshi Ji – 1972, sigla finale

La sigla finale è una simpatica marcetta orchestrale affidata al solo coro.

A tal proposito va ricordato che Columbia Yurikagokai è il nome di un coro di voci bianche formatosi nel 1933 in Giappone. Il nome originale è Otowa Yurikago Kai, cambiato all’occasione in Columbia per associarlo al contratto con l’omonima etichetta discografica per cui si registravano canzoni per bambini.

La sigla italiana

Nel 1980 Mariano Detto e Andrea Lo Vecchio scrivono Astroganga, sigla iniziale e finale di tutti e 26 gli episodi della serie.

Andrea Lo Vecchio, immenso autore che non ha bisogno di presentazioni (basti ricordare “E poi” di Mina e “Luci a San Siro” di Vecchioni), ha scritto numerose sigle e si è prestato anche a cantarne alcune (in questo articolo ricorderò solo “Gundam”, “Baldios” e “Bia, la sfida della magia” dove è sua la voce). Per Astroganga ha scritto il testo.

Mariano Detto fu uno dei padri del genere “sigla”. Inizialmente scritturato come tastierista de “I Ribelli”, entrò poi nel CLAN di Celentano. Successivamente scrisse per tantissimi artisti della canzone italiana e si è occupato anche di musica per il cinema. A lui furono affidati la musica e l’arrangiamento di Astroganga.

L’esecuzione della sigla è affidata al Galaxy Group, composto niente meno che da membri dei Pandemonium, un progetto artistico fondato nel 1976 dalla RCA Italiana con lo scopo di riunire e formare nuovi talenti. La voce è di Vincenzo Polito, presente anche ai cori insieme a Patrizia Tapparelli e Mariano Perrella. Ferdinando Di Stefano è accreditato alla batteria mentre non ci sono notizie su chi abbia suonato il basso.

I Pandemonium in una foto d’archivio

Enzo Polito, cantante, pianista, fisarmonicista, arrangiatore e compositore, collaboratore per tanti autori italiani e stranieri, non è solo la voce in Astroganga ma anche quella indimenticabile, impressa nella mente di tutti, in Mazinga Z. Tutti dobbiamo ad Enzo qualcosa perché non credo esista qualcuno che non conosca Mazinga Z, anche solo per averne sentito il nome. Purtroppo il maestro Polito ci lascia tornando alla musica delle alte sfere nel 2022.

Patrizia Tapparelli è una storica vocalist molto attiva in Italia, tutt’ora membro dei Pandemonium. Ha fatto parte anche del gruppo “Il Mago la Fata e la Zucca Bacata“, ideato da Franco Migliacci, con il quale ha eseguito ulteriori sigle.

Mariano Perrella, attuale membro dei Pandemonium, è compositore, chitarrista, pianista, mandolinista, bassista, autore per la radio e per il teatro. Inizia la propria carriera a metà degli anni ’60, lavora in sala d’incisione con una quantità enorme di artisti importanti prestando parallelamente la propria voce anche alle sigle dei cartoni animati.

Come si può notare dalla copertina del 45 giri in alto, sono accreditati come coro “I Piccoli Cantori di Nini Comolli”, pseudonimo de “I Piccoli Cantori di Milano” fondato da Niny Comolli (storica pianista, prima donna a far parte di un’orchestra RAI) ma nella canzone non vi è traccia di coro! Anche sul lato B, il pezzo Maya (già pubblicato un anno prima, col titolo “Figli di Giove”, sul lato B del 45 giri di Mazinga Z ma qui alleggerito nell’arrangiamento e privato delle parti vocali) non ha il coro poiché il brano è strumentale. Errore in fase di stampa? Mistero.

Nessuno infine è accreditato al basso.

Sto cercando info (ringrazio chi potrà e vorrà darmele) e se avrò maggiori notizie aggiornerò l’articolo.

Analisi del brano e della linea di basso

Dopo tante chiacchiere sono giunto al punto più importante dell’articolo ovvero l’analisi della trascrizione, le sue difficoltà tecniche e tutto quello che può essere utile per suonare al meglio questo brano.

Esso si compone di 101 misure, tutte in 4/4 ed ha un’indicazione metronomica di circa 128 alla semiminima. Farete caso che il vostro strumento, quando accordato correttamente, risulterà leggermente calante rispetto alla traccia originale. Questo fatto è abbastanza comune e si ritroverà anche in altre sigle. In quel periodo non si utilizzavano metodi di registrazione digitali e se si aveva bisogno di velocizzare leggermente il brano non si poteva correggere l’intonazione. I nastri velocizzati spostavano di conseguenza tutti gli strumenti verso un’intonazione un poco più alta. Questo è probabilmente il motivo per cui non vi troverete perfettamente intonati.

L’intro (A) di 8 misure si presenta in E maggiore e conduce subito ad una modulazione in C maggiore che introduce la strofa. Già nell’intro è presente una piccola difficoltà tecnica che si ripeterà lungo tutto il brano, quindi conviene assimilarla subito! Possiamo notare alla battuta 1 che le ottave spezzate di croma presentano (anche se non sempre) una variazione di sedicesimi, dove la nota all’ottava alta viene ribattuta velocemente. Questo elemento è abbastanza caratteristico del brano e vedrete che si ripeterà spesso. Io personalmente mi trovo bene eseguendo i due sedicesimi seguiti dalla croma rispettivamente con indice, anulare e medio. Questo mi dà più spazio per ritornare a tempo all’ottava bassa perché ho l’indice già in posizione. Ovviamente adottate ogni possibile soluzione che vi possa far stare maggiormente a vostro agio!

La strofa, parte B, è piuttosto semplice e non credo abbia bisogno di commenti.

Al bridge (C) non cambia l’armatura di chiave ma variano le sonorità poiché ci si sposta verso il A minore, relativa di C. La sequenza armonica si conclude con un accordo di B che introduce la vera modulazione in E. Prestare attenzione durante questa sezione ad eseguire bene le appoggiature rispettandone la durata poiché hanno una valenza armonica importante visto che rappresentano la settima dell’accordo.

Al chorus (D) tenere correttamente la minima di E alla battuta 21 e staccare bene le note durante l’accordo di B a battuta 23. Il chorus termina con le ottave spezzate viste inizialmente. Tutto si ripete senza doppiare l’intro che verrà invece suonato nuovamente dopo la fine del secondo chorus e dopo averne ripetuto anche un terzo in parte strumentale.

Il brano si conclude ripetendo un quarto chorus con un finale Astroganghesco piuttosto deciso!

La struttura generale risulta così assemblata:

A-B-C-D-D-A-D

Anche se il brano può non sembrare molto veloce, in realtà il metronomo a 128 un po’ tradisce ed eseguirlo bene a tempo dall’inizio alla fine, considerate le piccole difficoltà e le nette incursioni di sedicesimi, non è un compito semplice e richiede un po’ di studio attento.

Buon lavoro e alla prossima!

Di Giampaolo "il doc" Ciccotosto

Sono nato anni fa, mentre Actarus arrivava in Italia a bordo di Goldrake. Cresciuto a pane, insalate di matematica e vitelli dai piedi di balsa, ho cominciato a respirare musica a fine anni '80 suonando per tanto tempo 88 tasti: erano troppi e ho provato con 6 corde. Inutili anche quelle...ne bastavano 4! Negli anni '90 arrivarono poi in Italia quegli strani fumetti pieni di ramen, katane e buffi sandali di legno: capii finalmente da dove arrivavano tutti i cartoni animati! Dal fragoroso incontro tra musica e anime uscì fuori quell'amore per le sigle che dura fino ad oggi! Ah, dimenticavo: nel tempo che mi rimane sgombro dall'essere un discutibile musicista, faccio anche il medico e mi occupo della mia numerosa famiglia!