pitch shifter

Introduzione:

Come bassisti, ci troviamo spesso ad affrontare brani con diverse accordature o a dover cambiare la tonalità di una canzone per adattarci al nostro cantante. Ma c’è un dilemma che dobbiamo affrontare: è meglio utilizzare un Pitch Shifter a pedale per abbassare l’accordatura quando necessario, o possiamo trovare un equilibrio tra creatività bassistica e suono di qualità? Nel canale Telegram di Bass Community, è iniziato un dibattito su questo argomento che ha portato ad alcune interessanti discussioni. In questo articolo, esploreremo le diverse prospettive e vedremo come possiamo trovare la soluzione migliore.

Pitch Shifter: Una Soluzione Digitale?

Un Pitch Shifter è un effetto a pedale (spesso integrato anche nelle pedaliere digitali più economiche) che ci consente di modificare l’altezza delle note in modo digitale. È un’opzione comune quando vogliamo suonare una canzone che richiede un’altra tonalità. Il vantaggio principale è la flessibilità: possiamo adattare rapidamente il nostro basso alla tonalità desiderata senza dover cambiare né l’accordatura né le diteggiature. Tuttavia, c’è un lato oscuro. L’utilizzo di un Pitch Shifter può alterare il timbro naturale del nostro basso e talvolta può dare una sensazione “artificiale” al suono. Nel caso si voglia battere questa strada, che personalmente non amo per nulla (mi ricorda il transposer dei tastieristi svogliati), è importante scegliere un pedale di alta qualità per ottenere il miglior risultato possibile.

Accordature Drop: Una Strada Alternativa

Le accordature drop sono un’opzione per estendere il registro verso il basso senza l’uso di pedali. Questo metodo implica l’abbassamento delle corde del nostro basso in modo che la nota più bassa sia diversa da quella standard. Ad esempio, un’accordatura drop D abbassa la corda più bassa del nostro basso a D estendendo il registro verso il basso e fornendo una qualità di suono naturale. Alcuni bassisti preferiscono avere uno strumento dedicato con un’accordatura drop per evitare di dover regolare costantemente il proprio basso. Questo approccio offre un suono autentico e una migliore resa timbrica, ma potrebbe non essere la scelta migliore se si desidera una rapida flessibilità tra diverse tonalità. La questione viene spesso risolta anche con un “drop D tuner”, una meccanica apposita per passare rapidamente da E a D con la nostra 4a corda, ma richiede una piccola modifica fisica del nostro basso.

Il Ruolo del Basso a 5 Corde

Lo strumento risolutivo per questo genere di problematiche è certamente il basso a 5 corde. Con una corda B aggiuntiva, il basso a 5 corde offre una gamma tonale più ampia verso il basso, consentendo al bassista di suonare note più gravi senza dover ricorrere a cambi di accordatura. Questo può essere particolarmente utile quando ci troviamo ad affrontare brani che richiedono note in tonalità più basse e vogliamo mantenere il più possibile integra la nostra linea di basso. Tuttavia, è importante notare che il passaggio a un basso a 5 corde può comportare alcune sfide tecniche: è necessario abituarsi a gestire le cinque corde a livello di “muting” in modo da evitare errori e rumori indesiderati durante le esibizioni. Nonostante queste sfide, molte persone apprezzano l’ampia gamma tonale che il basso a 5 corde offre e sono disposte a superare le difficoltà tecniche per sfruttarla.

Creatività Bassistica: Trovare l’Armonia Senza Alterare il Suono

Molte volte, la creatività bassistica può essere la chiave per risolvere il problema. Nonostante una canzone richieda una diversa tonalità o accordatura, è possibile riarrangiare le linee di basso senza compromettere la qualità del suono. Questo richiede una buona conoscenza dell’armonia, delle diteggiature alternative e della tecnica del basso. Sperimentare con diverse posizioni delle dita e apprendere come utilizzare il registro superiore può consentirci di ottenere il suono desiderato senza dover cambiare nulla nel nostro basso. Questo approccio richiede tempo e pratica, ma può essere incredibilmente gratificante in termini di controllo sul proprio suono.

Conclusioni:

Alla fine, non esiste una risposta univoca, ogni situazione richiede una valutazione a se. Ricordate che la chiave per una performance di successo è la padronanza del proprio strumento e della teoria musicale, partendo da queste è possibile, in serenità, valutare le ulteriori possibilità che abbiamo e di cui abbiamo parlato in questo articolo. L’argomento è aperto a discussioni e riflessioni, non esitate a condividere la vostra esperienza e il vostro punto di vista nei commenti al video. Alla prossima Community!

Di Fabio Testa Bass Coach

Musicista, insegnante, youtuber, autore di contenuti dedicati al basso (didattica, interviste, recensioni...) da diversi anni gestisce #BassCommunity Channel su YouTube/Podcast/Discord, punto di riferimento per i bassisti italiani (e non).