Ci sono collezioni che fanno numeri. Altre che raccontano storie. Quella di Johannes “Hannes” Schwienbacher fa entrambe le cose. Quindici Jazz Bass originali, uno per ogni anno dal ’60 al ’74, tutti Sunburst. Un viaggio nella storia di uno degli strumenti più iconici della musica moderna.
Un Progetto Appassionato
Johannes è un collezionista che ha scelto di condividere con il mondo la sua passione per il Jazz Bass — uno strumento leggendario che ha attraversato la prova del tempo, diventando un punto fermo nella storia della musica, dal suo debutto nel 1960 fino a oggi.
La sua collezione non è solo un insieme di esemplari vintage: è una testimonianza viva di come gli strumenti e la musica possano viaggiare attraverso le epoche, conservando intatta la loro anima.

“Sono un privato, non un negozio, ma mi piace condividere la mia collezione con altri appassionati,” ci racconta Johannes, con orgoglio e semplicità. Oltre ad aver portato in fiera questi quindici strumenti di grande valore (non è la prima volta: li avevo già ammirati al Guitar Show 2024), Johannes ha dedicato loro anche un prezioso libro fotografico, curato nei minimi dettagli.
Parlare di questi strumenti significa parlare di storie. Ogni Jazz Bass della sua collezione racconta qualcosa: dall’anno di produzione al contesto storico, dalle specifiche tecniche alle mani dei musicisti che lo hanno suonato. Il filo conduttore è la colorazione Sunburst, declinata in tutte le sue sfumature: dalle tinte più sobrie dei primi anni Sessanta alle versioni più accese e contrastate, tipiche del periodo CBS. Nel libro sono riportate con precisione tutte le variazioni tra i modelli: dalle tastiere alle sordine sui ponti, dai loghi ai potenziometri, fino ai più piccoli e affascinanti dettagli costruttivi.
La Magia di Suonare un Jazz Bass del 1960
Durante la nostra visita, Johannes ci ha offerto un’opportunità unica: provare il pezzo forte della sua collezione, un Jazz Bass del 1960 appartenuto a uno dei grandi del basso italiano, Pino Presti. Toccare uno dei primi Jazz Bass mai costruiti è stata un’esperienza emozionante. Il legno, il manico, la vibrazione delle note… tutto raccontava decenni di musica vissuta.

Una curiosità affascinante riguarda la paletta: lo strumento è privo della classica decal Fender. All’epoca, in RAI, i loghi venivano spesso coperti con del nastro adesivo per ragioni televisive. Quando Pino Presti rimosse lo scotch, la decal (che al tempo veniva applicata sopra la vernice) venne via con esso. Johannes ha scelto di non ripristinarla, proprio per rispetto della sua storia. In molte foto d’epoca — come quella iconica con Wilson Pickett — il maestro Presti è ritratto con il suo Jazz Bass senza logo. Restaurarlo avrebbe significato cancellare un segno autentico del tempo.
Una collezione che diventa racconto, una passione che si fa dono
Tra i momenti più significativi della nostra visita, c’è stato sicuramente quello in cui Johannes ha regalato a BassCommunity il libro fotografico dedicato alla sua collezione. Un volume curato nei minimi dettagli, arricchito da una dedica speciale e da un autografo, che raccoglie non solo le specifiche tecniche di ogni basso, ma anche aneddoti, fotografie storiche e scelte filologiche che ne raccontano l’anima.

Un gesto di grande generosità, che riflette pienamente la sua visione: condividere, tramandare, far rivivere la storia attraverso strumenti che hanno ancora moltissimo da dire.
Vogliamo ringraziarlo sinceramente. Non solo per il libro, ma per aver condiviso con noi il suo progetto, la sua visione e il suo percorso. La sua passione, come quella di tanti altri collezionisti, arricchisce enormemente eventi come il Guitar Show, dimostrando che a muovere tutto non è solo l’aspetto economico, ma soprattutto l’amore autentico per gli strumenti e per la musica suonata. Potete approfondire questa fantastica collezione qui: https://www.vintage-bass.it/
Grazie Hannes, e complimenti sinceri da parte di tutta la BassCommunity!
L’incontro con Johannes e la sua collezione è documentato nel Vlog pubblicato sul nostro canale YouTube. Puoi vederlo qui: